San Lorenzo Martire
 
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La Storia
Versione per la stampa

Siamo all'inizio del 1400, sono in corso le battaglie tra i Guelfi e i Ghibellini, ovvero tra il Papa e l'Imperatore, quindi tra il Vescovo e i Nobili. Di fronte a noi c’é' il castello dei Suardi di Bergamo, famiglia di nobili. Alle nostre spalle prati e dossi e alcuni paeselli, quasi tutti di Guelfi. Ora numerose fazione di Guelfi stanno arrivando, ancora una volta, tornano all'attacco, sono in molti e arrivano da tutt'intorno. Fragore, polvere, spari, urla, soldati che muoiono, altri feriti, un’altra aspra battaglia, ma questa volta è davvero la fine: il castello è completamente distrutto. Ora è silenzio. Solo lo strepitio di un fuoco che piano si spegne e lascia nell'aria un velo di fumo. Il velo lento si dissolve ed ecco apparire la chiesetta, quella che era dentro il castello, la chiesetta dedicata a San Lorenzo: il nome del paese! Nella distruzione, la chiesetta del castello fu risparmiata. Così il castello o più precisamente le rovine e tutto il territorio di sua pertinenza, 13.308 pertiche bergamasche, fu alienato e posto in vendita. Venne suddiviso in 90 parti e ad ognuna assegnato il valore di lire 100 imperiali. Gli acquirenti mantennero unito il territorio e costituirono una società, che poneva all'incanto, cioè in affitto, di anno in anno, al miglior offerente i vari appezzamenti di terreno o di pascolo. La società si diede un proprio statuto, con un ristretto comitato di gestione, un caneparo (tesoriere) e un camparo (guardia campestre) che ogni anno riuniva l’assemblea dei soci, dove si ripartivano gli utili. A questa società fu dato il nome di Compagnia dei Capi 90. Quando nel 1636 Rovetta si smembrò da Clusone , facendo Comune a se, 75 parti o Capi su 90 del territorio della Compagnia furono assegnati a Rovetta. Nel frattempo, nelle vicinanze della chiesa dell'antico castello, dedicata a S. Lorenzo, erano sorte delle abitazioni, così come sui vari terreni di proprietà della Compagnia, erano sorte piccole costruzioni, fienili, ricoveri per attrezzi, ecc. che in seguito divennero case abitate. Così si formò questa Frazione, inizialmente composta da case sparse, ora integrata da graziose villette. Per la vicinanza a Songavazzo e anche perchè la parrocchia di Songavazzo possedeva un Capo nella Compagnia, la chiesa del castello passò di ius patronato al parroco di Songavazzo che ufficiò non senza contestazioni da parte della parrocchia di Rovetta che possedeva 4 Capi fino all' 8agosto 1863 quando il vescovo Pier Luigi Speranza la smembrò da Songavazzo e la decretò parrocchia a sé, ponendo fine alle contestazioni. Maturò subito l’idea di costruire una nuova chiesa iniziata però solo nel 1898 edificata sulle rovine del castello e consacrata il 10 ottobre 1900. Si tratta di un bella costruzione in stile Neorinascimentale su progetto dell’arch. Virginio Muzio. Possiede diverse opere d’arte già appartenute alla vecchia chiesa. Segnaliamo la tela di S.Lorenzo con i santi Rocco e Sebastiano, gli antichi protettori della Compagnia dei Capi 90 che è di Domenico Carpinoni di Clusone (m. 1658). Le tre tele del coro dedicate a S.Lorenzo e alla prigionia e martirio dei santi Fermo e Rustico dipinte nel 1796 dal clusonese Lattanzio Querena autore anche della pala della Madonna del Rosario. La pala di S.Antonio è invece di Enrico Benzoni (1888) autore anche delle 14 stazioni della Via Crucis. Negli anni 1907-8 i fratelli romani Alfredo e Saturno Tosti furono incaricati della decorazione generale eseguendo anche affreschi e tempere. Nel 1970 Antonio Pasinetti rinnovò semplificandole in parte le decorazioni e intonò la tinteggiatura su valori più caldi e luminosi. La statua della Madonna “La Mare” è di A. Ghislandi che recuperò parti della precedente scolpita un secolo prima dal rovettese Giacomo Angelini detto Cristina. Moderno ma prezioso è l’altar maggiore eseguito nel 1945 con la collaborazione dello sbalzatore Attilio Nani di Clusone. Il campanile che incorpora l’antico è del 1913 su progetto di Luigi Angelini. (Cenni storici di Camillo Pezzoli)